Biodanza

(Testo originale di Rolando Toro, tradotto da Luciano Tronchin)

Introduzione

La Biodanza è un sistema nel quale i movimenti e le cerimonie d’incontro accompagnati dalla musica e dal canto inducono “vivenze” capaci di modificare l’organismo e l’esistenza umana a diversi livelli: immunologico, omeostatico, affettivo-motorio ed esistenziale.

La parola danza, in tedesco è “tanz”, “tensione”, significato alquanto incompleto, dato che esclude lo stato di trance e le dimensioni rituali.

L’enciclopedia della musica Garzanti la descrive come ” l’insieme dei movimenti del corpo, eseguiti collettivamente o individualmente, con finalità rituale o di puro divertimento, generalmente associate ad una musica, sia strumentale o vocale, che può consistere in una pura cadenza ritmica…un vero linguaggio…presente in tutte le circostanze importanti dell’esistenza, relazioni sessuali, caccia, guerra, ciclo delle stagioni, morte (rito di rinascita, ed altri d’iniziazione).

Evidentemente il concetto di danza è molto ampio e si estende a gesti, espressioni e movimenti pieni d’energia vitale.

La nostra idea si avvicina chiaramente al concetto di “danzare la vita” proposto da Roger Garaudy. E' stato necessario ristabilire il concetto originale di danza nel suo più vasto significato, come movimento rituale pieno di significato e con un potere insolito di indurre trasformazioni nell’esistenza.

Il prefisso “Bio” deriva dal termine Bios che significa Vita. La parola “danza” nella lingua francese significa movimento integrato pieno d’intensità.

La metafora è espressa:

  “BIODANZA, DANZA DELLA VITA”

Biodanza è un cammino per reincontrare l’allegria di vivere. Cambia radicalmente l’attitudine occidentale strutturata sui valori dell’ ”Uomo sacrificale” con quella dell’uomo che cerca il piacere e la pienezza.

La prima conoscenza del mondo, anteriore alla parola, è la conoscenza attraverso il movimento.

La danza è, pertanto, un modo di essere nel mondo, l’espressione dell’unità organica dell’uomo con l’universo. Questa nozione di danza come cinestesica integrativa, è molto antica e mantiene, attraverso la storia, numerose espressioni culturali, come le danze primitive, le danze orfiche, le cerimonie tantriche o le danze rotatorie del Sufismo.

Il poeta Gilal-al-Dìn Rumì (secolo XIII) esclamava:

“Oh giorno, alzati…gli atomi danzano, le anime, rapide dell’estasi, danzano, la volta celeste, a causa di quest’Essere, danza: ti dirò all’orecchio verso dove conduce la loro danza. Tutti glia atomi che ci sono nell’aria e nel deserto, comprendilo bene, sono innamorati come noi e ognuno di loro, felice o disgraziato, è abbagliato dal sole dell’anima incondizionata.”

Una sessione di Biodanza è un invito a partecipare a questa Danza Cosmica di cui parla il poeta Sufi. Quest’affermazione a volte risulta sorprendente all’interno del panorama socio-culturale melanconico del nostro tempo.

Un mondo come il nostro di fame e genocidio, di tortura e delazione, in un mondo d’abbandono infinito com’è possibile mettersi a ballare? A prima vista pare un controsenso.

Ciò nonostante la nostra proposta non consiste solo nel danzare, ma anche nell’attivare mediamente certe danze, i potenziali affettivi e di comunicazione che ci connettono con noi stessi, con il simile e con la natura.

Ma come potremmo cambiare il mondo senza cambiare noi stessi?

La trasformazione tramite la Biodanza non è una mera riformulazione di valori, ma una vera trasformazione culturale, un apprendimento a livello affettivo, una modificazione limbico - ipotalamica.

La deformità dello spirito occidentale è culminata durante questo secolo con i più grandi attentati contro la vita umana che la storia conosca.

La patologia dell’ego è stata rinforzata fino agli estremi che non aveva raggiunto prima.

La Biodanza si propone di ristabilire nelle persone, a livello massimo, il vincolo originario alla specie come totalità biologica.

Questo punto di partenza è indispensabile per la sopravvivenza. Biodanza trova la sua ispirazione nelle origini più primitive della danza. E’ importante chiarire che la danza è un’espressione originale, è un movimento vivenziale.

Molte persone associano la danza allo spettacolo di balletto. Questa è una visione formale della danza.

La danza è un movimento profondo dell’Essere Umano.

E’ un movimento di vita, è ritmo biologico, ritmo del cuore, ritmo della respirazione, impulso di vincolo con la specie, è movimento di intimità.

Credo in una danza organica, che risponde ai principi del movimento che origina la vita. Abbiamo cercato questa coerenza e l’abbiamo incontrata. Movimenti capaci di incorporare entropia negativa, posizioni generatrici, armonia musicale tra gli esseri vivi, risonanza profonda con il microcosmo e macrocosmo.

Il nostro proposito è di chiarire questo modello di movimento al fine di vincolare al reale.

Solamente se i nostri movimenti restaurano il loro sentire vincolante, potremo rinascere dal caos osceno della nostra epoca.

Accediamo così ad una differente visione. Abbiamo cercato l’accesso ad un nuovo modo di vivere risvegliando la nostra sensibilità addormentata.

Siamo troppo soli in mezzo ad un caos collettivista. C’è un modo per essere assenti con tutta la nostra presenza.

Nell’atto di non guardare, non ascoltare, di non toccare l’altro, lo spogliamo sottilmente della sua identità.

Non lo riconosciamo come una persona; stiamo con lui, però lo ignoriamo. Questa dequalificazione, cosciente o incosciente, possiede un senso di paura che involve tutte le patologie dell’Ego.

Celebrare la presenza dell’altro, esaltarla nell’incanto essenziale dell’incontro è, forse, l’unica possibilità di salute.

La tenerezza: qualità di una presenza che concede presenza.

Per vivere la gente ha bisogno di un sentimento d’intimità, di trascendenza, di vincolo giocoso e di dire stimolante.

In queste necessità naturali abbiamo posto i nostri obbiettivi.

Sappiamo che la consistenza essenziale non può provenire da un’ideologia, ma dalle vivenze attive.

La nostra finalità è di attivare, attraverso la danza e gli esercizi di comunicazione di gruppo, profonde vivenze armonizzatrici.

Definizione

Biodanza è un sistema di integrazione affettiva, rinnovamento organico e riapprendimento delle funzioni originarie della vita, basata su vivenzie indotte dalla danza, dal canto e da situazioni di incontro nel gruppo.

INTEGRAZIONE AFFETTIVA

Secondo Biodanza è l’affettività che agisce sopra i centri regolatori limbico-ipotalamici che, a loro volta, influenzano gli istinti e le emozioni.

RINNOVAMENTO ORGANICO

E’ l’azione sull’autoregolazione organica. Il rinnovamento organico è indotta principalmente mediante stati speciali di trance che attivano processi di riparazione cellulare e regolazione globale delle funzioni biologiche.

RIAPPRENDIMENTO DELLE FUNZIONI ORIGINARIE DELLA VITA

E’ apprendere a vivere a partire dagli istinti: lo stile di vita deve tener conto degli impulsi primordiali di vita. Gli istinti hanno il compito della conservazione ed evoluzione della vita.

Concetti teorici

PRINCIPIO NEGHENTROPICO DELL’AMORE
Questo principio postula che il sistema vivente umano è capace di facilitare il suo proprio processo evolutivo verso nuove forme di ottimizzazione, differenziazione ed autonomia.

L’essere umano ha la possibilità di indurre processi neghentropici (differenziazione del sistema) e la via di accesso a questo stato di perfezionamento è l’amore.

ESPANSIONE DELL’ESISTENZA A PARTIRE DAL POTENZIALE GENETICO
Biodanza centra la sua attenzione sull’origine genetica dei potenziali umani.

I potenziali genetici vengono già altamente differenziati alla nascita dell’individuo e si esprimono attraverso strutture funzionali, istinto e vivenzie.

Questi potenziali si manifestano durante la vita, quando incontrano le condizioni ambientali necessarie (coofattori ed ecofattori).

L’espressione genetica, pertanto, è una rete di interazioni i cui potenziali sono altamente differenziati fin dall’inizio.

Biodanza significa specificamente l’espressione dei potenziali genetici destinati a conservare la vita.

Sono pertanto scartati i modelli di ascensione gerarchica dell’energia da una forma primitiva fino alla coscienza.

PROGRESSO BIOLOGICO AUTOINDOTTO MEDIANTE LA TRANCE
Il sistema vivente umano può indurre processi di altissima differenziazione mediante la produzione di stati di regressione-rifondazione-rinnovamento.

Gli esercizi di Biodanza e le cerimonie di regressione possono rinforzare i processi di autoregolazione e transito.

PULSAZIONE DELL’IDENTITÁ
L’identità ha una genesi biologica.

Si rappresenta nell’identità cellulare (immunologica) ed in altre forme di identità psichica e comportamentale (identità sessuale, identità creativa, identità selettiva, ecc.).

L’identità pertanto non ha una struttura culturale.

Chiamiamo ego patologico la pseudo-identità competitiva ed egocentrica.

L’identità propriamente tale si manifesta nell’incontro con l’altro.

L’identità è pulsante, la coscienza della propria identità può diminuire negli stati di regressione e fusione con l’universo, però si evolve fino ad acquisire poi forma consistente.

L’identità, pertanto, è soggetta a movimento centripeti e centrifughi (pulsazioni).

PERMEABILITÁ DELL’IDENTITÁ
  L’identità è permeabile alla musica e alla presenza dell’altro, questo significa che la potenza espressiva della nostra  identità può essere influenzata da situazioni di incontro e dallo stimolo musicale.

IL PUNTO DI PARTENZA AUTOREGOLATORE È LA VIVENZIA
La vivenzia è la sensazione intensa di stare vivo qui ed ora.

È l’intuizione dell’istante di vita.

Il punto di partenza in Biodanza è la vivenzia e non la coscienza; gli esercizi sono per essere vivenziati e solo successivamente coscientizzati.

La vivenzia ha un potere autoregolatore in sé.

IL PRINCIPIO BIOCENTRICO
  L’intuizione, attorno alla quale si organizza la Biodanza sta formulata concettualmente nel “Principio Biocentrico”.

Questo nuovo paradigma propone, attraverso le scienze umane, di orientare tutti gli apprendimenti sociali ed educativi verso la creazione di una struttura psichica capace di proteggere la vita e permettere la sua evoluzione.

Il Principio Biocentrico ha come punto di partenza la vivenzia di un universo organizzato in funzione della vita.

Tutto quanto esiste nell’universo, siano elementi, astri, pianeti o animali, includendo l’Essere Umano, sono componenti di un sistema vivente maggiore.

L’universo esiste perché esiste la vita.

E non viceversa.

Il Principio Biocentrico è il principale paradigma di Biodanza e contiene i sei precedenti.

Per la sua importanza abbiamo dedicato un’unità speciale nella pagina seguente.

I concetti esposti sono intimamente correlati i formano una rete di grandi intuizioni di valore euristico.

Desiderio di vivere

Il desiderio di vivere proviene dallo psichismo cellulare, non dal pensiero concettuale né dalla volontà cosciente.

C’ è nelle cellule una qualità di sopravvivenza, un indice di longevità in relazione con il desiderio di vivere. Si sente il desiderio di vivere quando si possono esprimere i potenziali genetici.

Lo stimolo dell’ espressione dei cinque insiemi di potenziale genetico (cinque linee di vivenzia) è un modo di influire positivamente sopra l’ inconscio vitale.

La depressione è l’ esaurirsi di questo impulso di vita, la perdita di motivazioni per continuare a vivere.

Una catastrofe esistenziale, come per esempio la separazione degli amanti o la perdita di un essere caro, possono influire gravemente sopra l’ inconscio vitale. La depressione per perdita affettiva è legata  al cancro.

Il terrore della perdita, l’ impotenza, la sofferenza senza possibili consolazioni, si ripercuote nell’ inconscio vitale.

Il desiderio di vivere che proviene dallo psichismo cellulare può, pertanto, subire l’ influenza catastrofica di situazioni estreme. In questo caso si produce la cosiddetta depressione reattiva (con causa esterna).

La salute dell’ inconscio vitale si manifesta con il desiderio di vivere.

Le persone “vivono di più” perché desiderano vivere, ma questo ”desiderare vivere” non proviene dalla volontà cosciente ma da “un desiderio delle cellule”.

Principio biocentrico

Il Principio Biocentrico costituisce il paradigma che potrà servire da fondamento alle Scienze Umane del futuro: Educazione, Psicologia, Giurisprudenza, Medicina e Psicoterapia.

Il principio biocentrico colloca il rispetto della vita come centro e punto di partenza di tutte la discipline e comportamenti umani. Ristabilisce la nozione di sacralità della vita.

Il principio Biocentrico si ispira all’ intuizione di un universo organizzato in funzione della vita.Tutto quello che esiste, elementi, stelle, piante, animali ed esseri umani sono i componenti di un sistema vivente maggiore.

L’ universo esiste perché esiste la vita e non il contrario. Le relazioni di trasformazione materia-energia sono stadi diversi di integrazione della vita.

Il nostro approccio epistemologico parte dal vivente. La vita non è semplicemente la conseguenza di processi atomici e chimici, fino al programma implicato che guida la costruzione dell’ universo.

L’ evoluzione dell’ universo è, in realtà, l’ evoluzione della vita.

In questo senso, condividiamo l’ approccio di David Bohn: sotto il dominio dispiegato dalla scienza, esiste un dominio che implica una totalità indivisa "I dati reali della scienza - dice Bohn- sembrano solamente aver senso su qualche tipo di fondamento implicato o unificante, o trascendentale, soggiacente ai dati espliciti".

Dal principio biocentrico possiamo concepire l’ universo come un gigantesco ologramma vivo.

L’ esperienza dell’ unità mistica e dell’ Identità Suprema, è per noi perfettamente valida.

Possiamo scoprire in questa vivenzia fondamentale, le radici di una cultura della vita.

La sconnessione degli esseri umani dalla matrice cosmica della vita ha generato, attraverso la storia, forme culturali distruttive. La dissociazione corpo-anima ha condotto alla profonda crisi culturale in cui viviamo.

Se prendiamo come punto di partenza le proposte intrinseche che sorgono dall’ atto di vivere e dalla comunicazione con gli esseri vivi, dobbiamo abbandonare con decisione assoluta qualunque tipo di fondamento culturale basato sul denaro e sull’ assassinio. Le guerre sono l’ espressione di questa psicosi collettiva che nega la sacralità della vita.

La cultura dovrebbe essere organizzata in funzione della vita. Le nostre forme culturali sono anti-vita.

Il principio biocentrico pertanto sorge da una proposta anteriore alla cultura e si nutre degli impulsi che generano processi viventi.

Questo fondamento è biocosmologico e non antropologico, cosmologico né teologico.

Il principio biocentrico propone il potenziamento della vita e l’ espressione dei suoi poteri evolutivi.

Biodanza è, da questo punto di vista, una poetica del vivente, fondata sulle leggi universali che conservano e permettono l’ evoluzione della vita.

Tutte le azioni di Biodanza si orientano in risonanza con il fenomeno profondo e commovente della vita.

Condividiamo il pensiero visionario di Albert Schweitzer: "Meditando sulla vita, sento il dovere di rispettare qualsiasi volontà di vita che mi circonda, per il fatto che è uguale alla mia. L'idea fondamentale del bene consiste infatti nel preservare la vita, nel favorirla, nel portarla ai suoi valori più alti; e invece il male consiste nel distruggere la vita, calpestarla, porre ostacoli al suo sviluppo."    [Il problema dell’ etica nell’ evoluzione del pensiero umano].

Penso che la vita non nacque dalla materia, finché la materia non si ordinò in relazione alle possibili strutture della vita. La causa dell’ universo è la vita.

Da alcune migliaia di anni abbiamo vissuto dentro un contesto culturale alienante. Ma se l’ universo è vivo dall’ inizio, la cultura del futuro sarà una cultura della vita.

I parametri del nostro stile di vita sono i parametri della vita cosmica.

In altri termini il nostro movimento, la nostra danza, si organizzano come espressioni di vita e non come mezzi per raggiungere fini esterni. Viviamo per creare più vita nell’ intimo della vita.

Se le condizioni culturali e socio-economiche sono anti-vita, noi proponiamo di cambiare questo sistema, non con l’ aggiunta di un’ ideologia, ma ristabilendo in ogni istante, nella nostra vita, le condizioni di nutrizione della vita.

Non è la consistenza ideologica di una persona che interessa, ma la sua consistenza affettiva, la sua pratica del movimento-amore.

Il principio biocentrico pone i suoi interessi in un universo compreso come un sistema vivente di gran complessità.

Il regno della vita abbraccia tutto ciò che esiste, dai neutroni fino ai quasar, dalle pietre fino ai pensieri più sottili.

Ogni espressione, ogni movimento, ogni danza, è un linguaggio vivente.

Il sentimento d’ amore potremo definirlo come l’ esperienza suprema del contatto con la vita.

Attraverso la Biodanza ci colleghiamo alla fonte originaria degli impulsi di vita.

Danza, Amore e Vita sono termini che alludono al fenomeno dell’ unicità cosmica.

Il nucleo creatore della cultura del terzo millennio sta per nascere con la restituzione della sacralità della vita.

Inconscio vitale

Ho definito il concetto di “Inconscio Vitale” come proposta per riferirmi allo psichismo cellulare.

Esiste una forma di pschismo degli organi, tessuti e cellule che obbedisce ad un “senso” complessivo d’autoconservazione. L’inconscio vitale dà origine a fenomeni di solidarietà cellulare, creazione di tessuti, difesa immunologica nel corpo, alla costruzione con successo del sistema vivente.

Questo “psichismo” coordina le funzioni di regolazione organica e omeostasi; possiede una grande autonomia rispetto alla coscienza e al comportamento umano.

La vita sarebbe impossibile senza una programmazione embrionologica ed un’espressione genetica.

Non ho formulato l’esistenza di un programma teleonomico rigido, date le mutazioni che si verificano ogni momento, però, senza dubbio vi sono modelli biologici d’ottimizzazione che hanno efficacia per la conservazione della vita.

L’inconscio vitale è uno psichismo che crea  regolarità e tende a mantenere le funzioni vitali.

La manifestazione dell’inconscio vitale nello scenario della coscienza quotidiana sono l’umore esogeno e il benessere cinestesico. L’importanza del concetto di inconscio vitale proviene dalla possibilità di intervenire nella fisiogenesi della nostra esistenza con obiettivi di salute.

Il concetto di inconscio vitale ci permette di comprendere con profondità il Principio Biocentrico, come tendenza cosmica che genera la vita. L’inconscio vitale è in sintonia con l’essenza vivente dell’universo. Quando questa sintonia viene perturbata inizia la malattia.

L’atto di guarigione sarà dunque compreso come  un movimento per recuperare questa sintonia vitale con l’universo.

GLI STATI DELL’INCONSCIO
Esamineremo brevemente i tre livelli dell’inconscio.

1. L’inconscio personale descritto da Freud.
Possiede una dimensione biografica, si nutre della memoria degli echi vivi. Specialmente durante l’infanzia. Si genera nell’incontro delle tendenze genetiche con gli ecofattori che stimolano o inibiscono i potenziali

I modi di accesso all’inconscio personale sono:

-      L’interpretazione dei sogni (la via regia, secondo Freud, per conoscere l’inconscio)

-      La tecnica delle associazioni libere

-      L’analisi dei meccanismi di difesa dell’io

-      L’anamnesi, e specialmente la storia sessuale

2. L’inconscio collettivo descritto da Jung

Si nutre nella memoria della specie. Studia gli archetipi che sono comuni a tutta l’umanità. Il suo obiettivo è la rivelazione del sé (se stesso), il processo di individualizzazione.

I modi di accesso all’inconcio collettivo sono:

-      Lo studio dei simboli di trasformazione

-      Gli archetipi che conducono al processo di individualizzazione (sé)

-      Espressioni dell’inconscio attraverso la pittura, la poesia o simili

-      Sogni orientati (senza interpretazione)

-      Cerimonie e lavori con i miti

NOTA: Biodanza utilizza il concetto di archetipo delle sue estensioni: Progetto Minotauro, Ritorno di Dioniso, Albero dei desideri, Ruota degli Archetipi, Missione Argonauta.

3. L’Inconscio Vitale proposto da Rolando Toro

Si esprime attraverso l’umore endogeno, il benessere cinestesico e lo stato globale di salute.

I modi di accesso all’inconscio vitale sono:

-     Vivenze di comunicazione ed incontro

-     Carezze ed erotismo

-     Giochi (umore e risa)

-     Alimentazione

-     Vincolo con la naturalezza

-     Estasi cosmica

-     Regressione mediante trance di sospensione

-     Medianità per identificarsi attraverso la danza con la musica

-     Messaggio non diretto alla muscolatura ma alle sensazioni cinestesiche

-     Bagni di mare

-     Bagni di fango

-     Regressione mediante Biodanza acquatica

-     Risveglio degli istinti mediante danze primitive

I tre livelli dell’inconscio comunicano tra di loro attraverso la “soglia di transizione”.

Tra l’inconscio personale e l’inconscio collettivo si stabiliscono i processi che vanno dalla storia personale all’archetipo.

Tra l’inconscio collettivo e l’inconscio vitale si stabiliscono i processi che vanno dall’archetipo a sistemi d’integrazione biologica mediante danze d’integrazione.

L’inconscio vitale si nutre della memoria cosmica ed organizza la materia (catene proteiche, sistemi organici) sulla base di una programmazione presuntiva che può o non può generare sistemi organici stabili.

I modelli d’organizzazione che generano sistemi viventi capaci di riprodursi sono abbastanza stabili.

La Biodanza lavora specialmente con l’inconscio vitale, condizione che permette un’azione molto efficace nel disordine molto profondo del sistema vivente umano.

Attraverso le vivenze s’inizia un’avventura cosmica nella quale si naviga con un percorso sconosciuto, verso forme di vita ottimizzata.

La vivenzia è la via diretta all’inconscio vitale.

Integrazione biocentrica

La nostra cultura è scissa da una profonda dissociazione che investe tutti gli ambiti del sapere. Questa dissociazione si proietta patologicamente nell’ Educazione, nella Psicoterapia, nella Medicina, nella Sociologia e in generale nelle Scienze Umane.

Diciamo che la cultura realizza un vasto processo di tradimento della vita, nel quale partecipano, coscienti od incoscienti, migliaia di persone.

Nella nostra cultura si separano le nozioni di corpo ed anima, uomo e naturalezza, materia ed energia, individuo e società, ecc.

La cultura dissociativa squalifica la vita presente, la desacralizza e sabota il suo valore e il suo significato intrinseco, per porla al servizio dei valori “spirituali”.

L’ educazione è infiltrata dalla cultura dissociativa.

Nonostante ciò, l’ evoluzione della scienza e del pensiero complesso si orienta attualmente verso l’ integrazione dei concetti che sono rimasti separati durante molti secoli e che diedero origine alla civilizzazione anti-vita.

Biodanza propone l’ integrazione Biocentrica della cultura ed il suo esercizio operativo nell’ Educazione.

Sacralità della vita

Nonostante gli straordinari progressi della biologia ci diano un punto di partenza solido e fecondo per comprendere molti misteri della biosfera, non sono in alcun modo sufficienti per esprimere tutti i significati essenziali circa la condizione umana. Dobbiamo considerare, pertanto, la Biologia come un punto di partenza universale ed un riferimento di base per comprendere l' essere umano, ma le scoperte biologiche devono incontrarsi con le grandi intuizioni sopra gli aspetti ancora non rilevati e misteriosi della vita umana.

Dobbiamo avanzare in una nuova dimensione del pensiero, più libera e funzionale alle rivelazioni dell' immediato, eliminando le remore filosofiche e delle ideologie ingenue che hanno accompagnato l' essere umano attraverso la storia.

Necessitiamo di un rigore estremo e allo stesso tempo sensibile, per non cadere in un falso aggettivismo biologista o nella povertà dogmatica di alcune religioni.

(Secondo me) la vita ha una qualità sacra ed è stata la patologia delle civilizzazioni che ha separato gli atti sacri dagli atti profani.

Questa patologia ha finito per desacralizzare la vita quotidiana e caricare di contenuto trascendente i rituali ossessivi che sorsero per fuggire dal terrore cosmico.

A questo punto è indispensabile la meditazione sopra il sacro. La ierofania è la manifestazione del sacro, assolutamente affascinante e assolutamente terribile.

Crediamo che l' espressione di vita attraverso le creature è la più grande ierofania.

La cecità di fronte alla percezione della condizione sacra della vita, ha perturbato le forme di vincolo con il cosmico. Se la vita è in se stessa sacra, per essere la più splendida espressione del cosmico ed anche la più ampia ierofania, la distinzione rituale di ambiti sacri e profani risulta un assurdo.

Nelle cosiddette danze Sacre si crea uno spazio che si riempie di significato e potenza. La traiettoria di queste danze è dallo spazio caotico allo spazio mandalico.

D' altra parte, il tempo sacro, la durata delle feste, il tempo liturgico sono stati miticamente differenziati dal tempo lineare storico.

Terminata la cerimonia che è nel tempo senza durata della liturgia, l' essere umano penetra nel tempo quotidiano. La traiettoria quindi di nuovo si svolge dal tempo fugace ed illusorio verso il tempo mitico, circolare ed eterno.

In Biodanza le persone vivono nel qui ed ora eterno. Il tempo segnato dalle ore dell' orologio è appena un tempo convenzionale, un tempo non vissuto.

Tutta la realtà è sacra per le per le persone di Biodanza e tutto il tempo è liturgico.

Quando la vita non è sacra e non possiede un valore intrinseco, la si può distruggere, torturare, esplorare, umiliare. Il principio Biocentrico rigetta, con assoluta decisione, le menzogne culturali che desacralizzano la vita.

Penetrare nella perfezione della vita come splendore, come bellezza, come armonia voluttuosa, e sperimentare in se stessi il sentirsi vivi, è senza dubbio, una esperienza mistica, unico punto di partenza possibile dell' investigazione scientifica.

Come diceva Einstein: "L' esperienza cosmica e la più forte e nobile fonte d' investigazione scientifica".

E' dal principio Biocentrico che si deve estrarre la qualità trascendente dell' essere umano. La sacralizzazione dell' essere umano e ciò che dà alla sua vita, al suo amore, alla sua sessualità e alle sue creazioni, la qualità del trascendente. Da questo Principio Biocentrico si organizza la vita come convivenza e coesistenza con il divino.

Il sacro non si dà uno spazio mandalico rituale. Il sacro si dà in qualsiasi circostanza della vita presente. Tutta la vita è sacra. L' atto sessuale che si svolge in un tempio o che si realizza in un miserabile hotel posseggono la medesima condizione di sacralità.

Quando le persone sono connesse con amore stanno riciclando energia cosmica, stanno vivendo l' amore eterno di Afrodite ed Apollo.

L' uomo miserabile che cammina per la strada perché non ha il denaro per l' autobus è pure lui un viandante di eternità. Il bambino tra le braccia di Santa Maria ed il bambino abbandonato, rachitico e affamato che cerca cibo nei bassifondi, sono due forme del Bambino Divino.

E' vero che non tutti i percorsi sono i più propizi per entrare nell' eterno, però quando si è guidati dal Principio Biocentrico si possiede la chiave che apre tutte le porte.

Quelli che fanno Biodanza, rimanendo sempre gli stessi, fanno altro. Essendo individui sono anche la vita universale.

Potremmo dire che i Principi della Vita nascono da una intelligenza divina che trascende i valori egocentrici. La nostra meditazione ha originato una tecnica che consiste nello stimolare, creare e sviluppare la vita negli altri, il che genera vita in noi.

Le persone sono il nostro più grande e poderoso ambiente. La coppia ecologica, la famiglia ecologica, la comunità ecologica sono espressioni del Principio Biocentrico.

Quando parliamo del Principio della Vita, ci riferiamo a qualcosa di molto preciso, a funzioni universali, a forme di vincolazione, a sviluppo evolutivo. Biodanza si ispira ai principi generali del vivente e non ad idee a priori ed a dogmi religiosi.

Biodanza lavora con le grandi funzioni di salute, in una dimensione trascendente, di permanente riverenza per la vita.

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documento tratto dal nostro precedente sito www.centrobiodanza.it (non più gestito dalla nostra associazione)